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Allergia ? ... Cilia !

Diagnosi Celiachia

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I soggetti che sospettano una intolleranza al glutine (pasta, pane, ecc.) e che vogliono distinguere tra "Allergia al grano" (reazione immunologica IgE mediata), "Celiachia" (intolleranza geneticamente determinata alla gliadina) e "Gluten sensitivity" (una sofferenza gastrointestinale e/o extraintestinale correlata all'assunzione di farinacei contenenti glutine ma non identificabile come celiachia o come allergia al grano ma che risponde positivamente a una dieta aglutinata) devono eseguire una diagnostica allergologica (in vivo: prick test o in vitro: IgE specifiche) e una indagine per escludere la celiachia.
Gli anticorpi che fanno porre meglio diagnosi di celiachia (perché hanno alta sensibilità e specificità) sono del tipo IgA quindi prima di giudicare falsamente negativo un test è opportuno verificare se si ha un deficit di IgA totali (V.N. > 10 mg/dl). Un iter diagnostico "cost-effective" potrebbe essere quello mostrato in figura.
FlowChart Celiachia

Intolleranze alimentari : la Tiramina

new_gif_anim_2 Alimenti ricchi di tiramina

La tiramina è il prodotto derivante dalla decarbossilazione dell'amminoacido tirosina.

La tiramina stimola la secrezione di catecolamine (dopamina, adrenalina e noradrenalina) ed ha pertanto attività ipertensiva (aumenta la pressione arteriosa). Data la sua incapacità di attraversare la barriera ematoencefalica, è priva di effetti psicoattivi.
La tiramina viene prodotta durante il normale metabolismo della tirosina e si ritrova in svariati
alimenti, tra cui vino rosso, formaggi, funghi, lievito, pesce poco fresco e vari tipi di frutta. Origina, in particolare, dai processi di fermentazione e decomposizione operati da alcuni batteri.
La liberazione di noradrenalina dalle vescicole neuronali, favorita dall'ingestione di tiramina, determina vasocostrizione ed aumenta la
frequenza cardiaca; ne consegue un sensibile rialzo pressorio, fino alla crisi adrenergica nei casi più gravi. L'esposizione regolare alla tiramina di origine alimentare migliora indirettamente la tollerabilità alla sostanza, riducendo il rilascio di noradrenalina. La scoperta di recettori con elevata affinità per la tiramina a livello del rene e di altri tessuti, lascia presupporre anche un intervento diretto di questa sostanza nel produrre il noto effetto ipertensivo.

Nell'organismo umano, la tiramina - sia essa di origine endogena o alimentare - viene metabolizzata dalle monoamminossidasi, enzimi deputati alla neutralizzazione di neurotrasmettitori come adrenalina, dopamina, noradrenalina e serotonina. Esistono dei farmaci, i cosiddetti MAO-inibitori, che esibiscono proprietà antidepressive dipendenti dall'inibizione di queste monoamminossidasi; pertanto, un elevato apporto alimentare di tiramina in soggetti trattati con farmaci anti-MAO può produrre sintomi anche abbastanza seri, come crisi ipertensive accompagnate da cefalea, nausea, vomito, ipersudorazione, palpitazioni, irritabilità e aumento della temperatura corporea fino ad alterazioni della coscienza.
Nelle persone che non utilizzano MAO-inibitori, l'ingestione di alimenti particolarmente ricchi di tiramina sembra favorire l'insorgenza dell'emicrania.


Alimenti ricchi di tiramina e di altre ammine biogene

Formaggi stagionati tipo cheddar, gorgonzola, gouda, roquefort, brie, pecorino, groviera.
Pesce poco fresco o conservato, tipo aringhe,
tonno, caviale.
Salsiccia,
insaccati, selvaggina.
Birra, vino rosso e bevande fermentate
Spinaci, lamponi, pomodori, crauti, melanzane, cavoli, cavolfiori, banana (buccia), avocado, prugne, fichi, favetofu, tempeh, zuppa di miso, estratto di lievito, cioccolato, frutta secca e uva.



Tratto da: http://www.my-personaltrainer.it/nutrizione/tiramina.html

Cosa "mangio" insieme al cibo ?

new_rotante_gifADDITIVI / CONSERVANTI / COLORANTI


È giusto ricordare che alcune reazioni avverse a cibi non dipendono dall’alimento in se ma da alcune sostanze in essi presenti in alcuni casi naturalmente altre volte addizionate ad arte. Ad esempio gli additivi, cioè singoli composti o miscugli di composti che si aggiungono alle sostanze alimentari per esaltarne o attenuarne alcune proprietà. Altre sostanze aggiunte ai cibi possono essere i conservanti. Queste sostanze chimiche servono a far durare nel tempo i cibi confezionati e spesso sono dei veri e propri farmaci (ad es. antibiotici). Ancora una famiglia di sostanze estranee all’alimento ma aggiunte solo per migliorarne l’aspetto sono i coloranti.

Cito alcuni tra i più comuni, alcuni dei quali frequentemente chiamati in causa in caso di reazioni avverse a cibi:

ACIDO CITRICO E 330 : Regolatore di acidità e antiossidante. E’ uno degli acidi organici più diffusi del regno vegetale (tipico del limone) ed è presente anche in tutti i tessuti animali. Viene spesso usato per ridurre l’imbrunimento della frutta e agisce come arricchitore di sapore. Presente in una grande varietà di cibi.
Potenzialmente Nocivo

ACIDO SALICILICO : E’ presente nell’aspirina. I salicilati sono spesso presenti in alcuni cibi. In passato si dava maggior credito a diete povere di salicilati ad es in soggetti che soffrono di orticaria cronica o con documentata allergia ad aspirina. Oggi l’importanza di queste diete è stata notevolmente ridimensionata. Viene anche usato per peeling del viso (contro macchie). Da evitare negli intolleranti ai salicilati (es. asprina). Potenzialmente Dannoso

ACIDO L-ASCORBICO E 300 : Antiossidante (essenzialmente vitamina C), è un acido organico che si trova nei succhi di frutta, specialmente negli agrumi, nelle verdure, viene usato nella cura delle astenie e degli stati emorragici. E’ naturalmente presente nel vino, nella birra e nei liquori, ma anche nelle bibite analcoliche, succhi di frutta, insaccati, marmellate, pesce conservato e dolciumi. Presente in una grande varietà di cibi . Considerato Sicuro.

ALGINATO di SODIO E 401: Addensante e Stabilizzante. E’ un additivo presente nelle gelatine. Può essere anche utilizzato per fermentare e lievitare farine. Poco problematico ai dosaggi usati nell’industria alimentare, ma ad alti dosaggi interferisce con l’assorbimento del Ferro. Rischio sconosciuto

ACIDO ALGINICO E 407 a : anche detto PES (Processed Euchema Seaweed) . Stabilizzante. (rischio effetti collaterali gastrointestinali e carcinogenici). Potenzialmente Dannoso

PECTINA E 440 a: Stabilizzante, Addensante. Fibra alimentare idrosolubile usata nell’ industria dolciaria per formare gelatine. Viene usata anche nell’industria farmacologica. Presente in una grande varietà di cibi. Potenzialmente Nocivo

LECITINA di SOIA E 322: Antiossidante, Emulsionante, Stabilizzante. Presente nel cioccolato, nel latte in polvere, nei dolci e nei gelati. Ovviamente vietata nei soggetti allergici alla soia.

PARAOSSIBENZOTO di METILE E 218: Conosciuto anche sotto il nome di Metilparabene. Conservante. Protegge i cibi da funghi e fermentazione. Rilascia istamina (istamino-liberatore) e causa reazioni pseudo-allergiche PAR. Può creare problemi con i cosmetici. Presente in una grande varietà di cibi. Massima dose tollerabile = 10 mg per Kg di peso corporeo.
Potenzialmente Dannoso

PIROFOSFATO di SODIO E 450: Emulsionante, Acidificante e Addensante. Assieme agli altri difosfati di sodio o di potassio è codificato nella lista degli additivi alimentari come E450. Ha vari impieghi, specialmente nell'industria alimentare come agente di fusione, chelante, esaltatore del colore e come agente lievitante. È usato come additivo nel dentifricio per la sua capacità di rimuovere magnesio e calcio dalla saliva prevenendo il loro deposito sui denti e la formazione del tartaro. Utilizzato nella preparazione del formaggio. Presente in una grande varietà di cibi. Massima dose tollerabile = 70 mg per Kg di peso corporeo. Potenzialmente Nocivo

POTASSIO SORBATO E 202 : Usato nell’industria come conservante, antibatterico e antimicotico. Può essere presente nelle marmellate, nella frutta secca e in quella candita, nei succhi di frutta, nelle maionesi, nei formaggi, nelle semiconserve, nei farinacei (polenta, pasta e dolci). Raramente può essere causa di PAR (reazioni pseudo-allergiche). Potenzialmente Nocivo

ACIDO BENZOICO E 210: Conservante. Protegge i cibi da funghi e fermentazione. Rilascia istamina (istamino-liberatore) e causa reazioni pseudo-allergiche PAR. Presente in una grande varietà di cibi. Potenzialmente Dannoso

SODIO BENZOATO E 211: Conservante. Protegge i cibi da funghi e fermentazione. Molto usato nelle semiconserve dei prodotti ittici. Si trova anche nelle bibite analcoliche, nelle maionesi, nel caviale. Presente in una grande varietà di cibi. Massima dose tollerabile = 5 mg per Kg di peso corporeo. Potenzialmente Dannoso

SODIO METABISOLFITO E 223 (SOLFITI) : Conservante, Antiossidante, Agente schiarente. Va evitato dagli intolleranti ai solfiti E221-E228. Sono molto usati nella preparazione di farmaci , nel vino, birra, liquori, aceto, bibite analcoliche, succhi di frutta, frutta candita, sottaceti, farine e patate. Possono ridurre i livelli vitaminici nei cibi. Presente in una grande varietà di cibi. Massima dose tollerabile = 0,7 mg per Kg di peso corporeo. Potenzialmente Dannoso

GLUTAMMATO Magnesio E 625 o Monosodico E 621 : Arricchitore di sapore (riduce la necessità di salare) Sconsigliato ai celiaci e ai bambini sotto i 12 anni. Molte segnalazioni in letteratura ma scarse prove sicure. Effetti collaterali comuni mal di testa e nausea. E’ considerato causa della cosiddetta “Sindrome da ristorante cinese”. Potenzialmente Nocivo

TARTRAZINA E 102 : Colorante. Dona il giallo. Usato anche per lo zafferano chimico, nel vino, nelle bibite gassate e nei dolci. Presente in una grande varietà di cibi. Massima dose tollerabile = 7,5 mg per Kg di peso corporeo. Causa Asma in quanto istamino liberatore . Da evitare negli intolleranti ai salicilati (es. asprina). Nei bambini può causare iperattività se associato ai benzoati (E210-E215) Potenzialmente Dannoso

ERITROSINA E 127 : Colorante. Dona il rosso. Presente in una grande varietà di cibi. Massima dose tollerabile = 0,1 mg per Kg di peso corporeo. Poco problematico ai dosaggi usati nell’industria alimentare, ma esistono legami con mutagenicità (danni al DNA) e con iperattività e fotosensibilità. Ad altissimi dosaggi interferisce con il metabolismo dello iodio. Potenzialmente Dannoso

Profilassi ambientale per acari

Gli acari della polvere (Dermatofagoidi) sono minuscoli artropodi, non visibili ad occhio nudo, che vivono e prolificano nella polvere degli ambienti domestici.
I loro derivati epidermici e le loro feci sono responsabili di asma e rinite in molti soggetti ad essi allergici. La loro diffusione è praticamente ubiquitaria, ma esistono condizioni ambientali particolarmente favorevoli al loro sviluppo:
temperatura tra 15 e 30 gradi ed umidità compresa tra il 60% e l'80%; al di fuori di questi limiti la loro sopravvivenza e riproduzione risultano fortemente sfavorite. L'habitat preferito dagli acari è costituito da tutti i luoghi dove la polvere si accumula con facilità: moquette, tendaggi, tappeti, materassi, coperte, ecc.

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Il soggetto sensibilizzato ad acari della polvere può sviluppare o peggiorare la propria patologia respiratoria in presenza di elevate quantità di acari. Inoltre, anche nel soggetto sensibile ma asintomatico, la continua inalazione di derivati acaridici può mantenere un processo infiammatorio cronico bronchiale detto flogosi minima persistente.

Da queste considerazioni emerge l'importanza primaria di una corretta igiene ambientale, volta a ridurre (non è possibile l'eliminazione completa), lo sviluppo degli acari nell'ambiente domestico. Le norme di profilassi ambientale sono poche e semplici, ma se correttamente seguite consentono di ottenere significativi miglioramenti e costituiscono la prima forma di prevenzione.

  • Eliminare tappeti, moquette, scendiletto, animali di peluche.
  • Utilizzare materassi e cuscini completamente in gommapiuma o "anallergici", oppure utilizzare apposite fodere sintetiche e lavabili.
  • Eliminare i tendaggi pesanti: le tende devono essere leggere e di materiale sintetico e lavate di frequente.
  • Pulire frequentemente gli ambienti con aspirapolvere, con particolare riguardo alla tappezzeria.
  • Mantenere l'ambiente più secco possibile e ben aerato.
  • Durante le pulizie domestiche indossare una mascherina di carta o cotone.
  • Evitare, se possibile, di tenere in casa o far soggiornare nella camera da animali con il pelo (es. cani o gatti).

Il latex (latice)

INTRODUZIONE

latex

Negli ultimi anni l'impiego di materiali in gomma é andato progressivamente aumentando sia in settori professionali che extraprofessionali. E' aumentato l'uso di prodotti in latice utilizzati a stretto contatto con la cute e le mucose (contraccettivi, contenitori adesivi, cateteri, scarpe in gomma, bande elastiche ecc.), ed in particolare l'impiego, anche a tempo pieno, negli operatori sanitari, di guanti in latice soprattutto per la prevenzione del contagio di malattie virali.

Tutto ciò ha determinato un aumento delle segnalazioni di allergia alla gomma, in parte strettamente localizzate alla cute esposta al contatto (DAC dermatite eczematosa da contatto) ed attribuibili ad allergia di tipo ritardato agli additivi utilizzati nel corso della lavorazione della gomma, in parte sotto forma di manifestazioni diverse (prurito, eritema, orticaria, angioedema, rinite ed asma, fino allo shock anafilattico), generalmente IgE mediate, attribuibili invece a proteine rilasciate dal latice naturale.

Queste reazioni, sono prevalentemente descritte nel personale sanitario (medici, paramedici ed odontoiatri) in seguito all'impiego di guanti in latice, chirurgici o per la protezione delle mani, oppure in corso di interventi chirurgici o manovre diagnostiche subite dal soggetto sensibilizzato.
In Italia in alcune categorie di lavoratori del settore sanitario come gli odontoiatri e gli operatori di questo settore, i guanti sono stati resi obbligatori nell’esercizio della professione dal 1990 per decreto ministeriale

Cos’è il Latex
II latice naturale (NRL Natural Rubber Latex) è un liquido lattescente che si estrae, praticando caratteristiche incisioni a V, dall'albero della gomma, una pianta tropicale “Hevea Brasiliensis” .

Perché l’allergia I' attenzione di dermatologi e allergologi nei confronti delle patologie correlate al contatto con la gomma si è maggiormente concentrata sulle reazioni di tipo immediato nei confronti del latice naturale. Un po’ meno risalto si è dato alla più comune e meglio conosciuta patologia eczematosa causata dal contatto con la gomma imputabile alla ipersensibilità nei confronti di sostanze presenti come additivi nella gomma stessa. Queste sostanze sono utilizzate correntemente per abbreviare i processi di produzione della gomma stessa, per ottimizzarne la qualità e consentire una maggior durata nel tempo dei manufatti prodotti. Nella gomma in generale, e soprattutto nei guanti, nonostante dal prodotto finale siano eliminate, attraverso lavaggi, quantità in eccesso di tiurami e carbamati, significative quantità rimangono sulla superficie e sono in grado di provocare allergia per contatto.

EPIDEMIOLOGIA Incidenza
Si calcola che circa il 2.5% della popolazione mondiale sia sensibile al latex. Questo acuto aumento delle reazioni allergiche al NRL, che soprattutto negli Stati Uniti ha raggiunto livelli tali da far parlare di "epidemia", è in parte sicuramente attribuibile all’ aumentato uso di manufatti in latice, ma ci sono ipotesi che valutano anche l’esistenza di eventuali altri fattori come co-responsabili.

Gruppi a rischio
a)
soggetti professionalmente esposti (personale sanitario, in particolare i medici, i paramedici, gli odontoiatri e in generale gli operatori che indossano regolarmente guanti in latice o svolgono la loro attività in ambienti confinati in cui i guanti in gomma naturale vengono estesamente usati e gli addetti nell'industria della gomma), b) bambini affetti da spina bifida o da malformazioni congenite urogenitali che abbiano subito numerosi interventi chirurgici, c) pazienti con precedenti di allergia, in particolare asma bronchiale o che abbiano subito ripetuti interventi chirurgici o con documentata storia di allergia alimentare a frutta, in particolare avocado, kiwi e banana, d) soggetti (non sanitari) che usano abitualmente guanti in latice naturale, quali addetti alle pulizie, ristoratori, giardinieri e verniciatori

Fattori di rischio
1) Atopia
2) Sesso femminile
3) Storia personale di asma
4) Preesistente dermatite da contatto o ortoergica alle mani
6) sensibilizzazione ad allergeni alimentari
7) Riguardo al numero di
interventi chirurgici subiti
8)
età
9)
Aplotipo DR4-DQ8

VIE DI PENETRAZIONE DELL ALLERGENE LATICE

L’ “incontro” tra l’organismo umano e l’ allergene latice può avvenire con diverse modalità : per contatto diretto cutaneo, per inalazione e per via mucosale e/o parenterale.

CLINICA
Patogenesi
Sulla base dei meccanismi patogenetici si può distinguere una forma cutanea irritativa, legata soprattutto a fattori chimici o fisici in grado di danneggiare la cute in soggetti predisposti (dermatite da contatto irritante o DIC) e una forma allergica, da sensibilizzazione a sostanze presenti nei guanti stessi (dermatite da contatto allergica o DAC).
Reazioni cutanee di tipo irritativo possono costituire importanti cofattori nello sviluppo di reazioni immunologicamente-mediate da latice.
La dermatite allergica da contatto può a sua volta essere distinta in due forme: la prima costituita da un eczema che interessa solo la cute in corrispondenza della zona di contatto, legata a un meccansimo patogenetico di tipo ritardato (IV tipo), da ipersensibilità ad additivi o vulcanizzanti della gomma utilizzati nei processi di lavorazione del latice, diagnosticabile mediante i “patch-tests”; la seconda rappresentata da un orticaria da contatto, legata ad una ipersensibilità immediata (I tipo) IgE-mediata, verso componenti proteiche presenti nei guanti di latice.

Sintomi
La manifestazione clinica riportata più frequentemente è l’orticaria da contatto, seguita dalla rinocongiuntivite, ma le manifestazioni possono interessare più organi. I quadri clinici comprendono infatti manifestazioni cutanee localizzate nella sede di contatto quali eritema, prurito, edema, orticaria da contatto, dermatite da contatto immediata; manifestazioni cutanee generalizzate in seguito a contatto diretto, ma anche per esposizione per via inalatoria o parenterale quali orticaria generalizzata, angioedema al volto; manifestazioni a carico dell’apparato respiratorio quali rinite, asma bronchiale; manifestazioni sistemiche cardiovascolari conseguenti in genere ad esposizione per via parenterale quali ipotensione progressiva, tachicardia, collasso, shock anafilattico.

Data la varietà dei sintomi e degli organi interessati è attualmente in uso il termine di
malattia da latice per indicare il complesso quadro clinico conseguente alla sensibilizzazione.

DIAGNOSI
Anamnesi

L’anamnesi è ancora lo strumento diagnostico più importante e dal miglior rapporto costo-beneficio, ma deve essere raccolta in maniera molto accurata.
Tests in vivo
I tests in vivo sono rappresentati dai test cutanei (prick-test e patch-test) e dai test di provocazione (test d’uso e test di esposizione per via inalatoria).
Tests in vitro
Attualmente la misurazione in vitro delle IgE-specifiche anti-NRL può essere effettuata con i seguenti metodi : RAST, AlaSTAT, CAP RAST System, varie metodiche ELISA e altri test di fissazione delle IgE quali immunoelettroforesi, immunospot e immunoblotting.
La sensibilità del RAST è in linea generale minore rispetto a quella dei tests cutanei, con una sensibilità che varia tra il 23% e l'83
% in relazione alla diversa metodica, alla selezione dei pazienti e ai criteri adottati per stabilire la positività del test; sono stati peraltro segnalati risultati sierologici negativi in pazienti con anafilassi intraoperatoria da latice.
Il CAP-RAST System della Pharmacia (Svezia), ha dimostrato una sensibilità del 80-90 %, ma, almeno nei bambini, la specificità sembra non essere adeguata.

ALLERGENI DEL LATICE NATURALE DELLA GOMMA (NRL)
Caratterizzazione delle proteine leganti le IgE mediante Immunoblotting
Progressi importanti sono stati recentemente ottenuti nell’identificazione e nella caratterizzazione molecolare di molti allergeni del latice.
L’ heveina e la proheveina sono gli allergeni maggiori per gli operatori sanitari, mentre il REF e la proteina di 27 kDa lo sono per i bambini che hanno subito numerosi interventi chirurgici

Cross-reattività con gli allergeni del latice
I cibi finora segnalati sono rappresentati oltre che dalla banana anche da avocado, frutto della passione, kiwi, albicocca, papaya, melone, castagna, uva, ciliegia, ananas, pesca, arachidi, noci, nocciole e pomodoro.

Gli alimenti e l'istamina

In tutti i pazienti con allergia o intolleranza alimentare la terapia più corretta consiste ovviamente nell'eliminare dalla dieta gli alimenti responsabili della patologia o quanto meno fortemente sospetti. L'iter diagnostico più idoneo ad individuare i cibi che causano le manifestazioni dovrebbe essere deciso dallo specialista, con opportuni test e procedure.

Tuttavia, alcuni pazienti allergici o intolleranti (anche coloro che conoscono esattamente l'alimento responsabile della malattia) dovrebbero evitare alcuni particolari cibi cosiddetti istamino‑liberatori o particolarmente ricchi di istamina poiché questi possono provocare o aggravare alcune delle condizioni di allergia o intolleranza alimentare (effetto benzina sul fuoco).

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I principali sono :

Fragole
Cioccolato / Cacao
Pomodoro (soprattutto crudo)
Pesce (sardine, aringhe, tonno, sgombro)
Crostacei (gambero, aragosta, granchio, ecc.)
Molluschi (cozze, vongole, frutti di mare, ecc.)
Semi e Frutta Secca (arachidi, noccioline, nocciole, ecc.)
Insaccati e Carne di Maiale (prosciutto, salame, salsiccia, ecc.)


Alcolici e Bevande Fermentate (vino, birra, ecc.)

Albume d’Uovo
Formaggi fermentati

Il nichel (o nickel) negli alimenti

II nichel si trova

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in molti metalli e in oggetti laminati in metallo, quali utensili per la cucina, forbici, gioielli, orologi, fibbie, cerniere, fermagli, montature in metallo per occhiali, monete, oro bianco, alcuni liquidi industriali da taglio ed è anche contenuto in alcuni alimenti. Non tutti i soggetti allergici al nichel sono necessariamente anche intolleranti agli alimenti che lo contengono. Vanno quindi fatte opportune valutazioni prima di cimentarsi in diete eccessivamente sacrificanti.

Gli alimenti principalmente coinvolti sono: le aringhe, le ostriche, gli asparagi, i fagioli, i funghi, le cipolle, il granoturco, gli spinaci, i pomodori, i piselli, la farina integrale, le pere, le noccioline, l'uva passa, il rabarbaro, il té, il cacao, il lievito in polvere, i cavoli, i cavolini di Bruxelles, tutti i cibi in scatola o i cibi cotti in pentolame contenente nichel.

Ovviamente il contenuto varia da alimento ad alimento e la percentuale di nichel presente è fondamentale per l’insorgenza dei sintomi. Esistono delle tabelle più dettagliate che rilascio al momento della visita per una corretta impostazione dietetica.